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    Nel passato le vaccinazioni di massa hanno contrastato alcune pericolose malattie come il vaiolo nel XVIII secolo e la poliomelite XX secolo ma oggi, in assenza di  epidemie, sono messe in discussione. Desta stupore l'obbligo indiscriminato di vaccinazione (e mutivaccinazione) fin dalla più tenera età (2/3 mesi), anche per i prematuri, contro malattie localmente eradicate (come poliomelite e difterite), poco presenti (come la meningite da meningococco), diversamente contagiose (come l'epatiteB e il tetano) e pericolose per i soggetti più deboli (come morbillo, parotite, rosolia e varicella).

    Dal punto di vista legale, in assenza di epidemie non ci sarebbe stata alcuna oggetiva ragione per ricorrere all'uso della decretazione di urgenza e questo strumento legislativo, per sua natura, impedisce anche un fisiologico dibattito su temi di coscienza e di scienza ma cala una mannaia su qualsiasi tentativo di trovare una soluzione non ideologica. Approfondimenti legali, economici e sociali sono trattati in questi articoli del quotidiano sanità (1, 2) e nel già citato articolo di Bernini su altalex. Riguardo alle pregiudiziali di incostituzionalità