"Chi non pota, pota e chi pota, non pota" [vecchio proverbio siciliano, cit. Prof. Sottile]
Potare significa modificare la forma di un albero in modo che possa crescere e fruttificare in modo equilibrato e adatto alle sue capacità. La potatura è una pratica che deve essere eseguita da personale esperto e attento al tipo e alla storia pregressa della pianta. I tagli, ridotti al minimo indispensabile per evitare pericolosi stress, devono essere considerati nell'ambito di una gestione complessiva della pianta.
Se, ad esempio si cerca la produzione allora non bisogna stimolare troppo la vegetazione potando drasticamente. La parola d'ordine è equilibrio (soprattutto vegeto-produttivo). Per ordinare un servizio di potatura in zona Perugia associati.
Una potatura adeguata cerca di:
- regolare, mediante opportuni tagli dei rami, il modo di vegetare, di fiorire, e di fruttificare delle piante
- equilibrare la pianta evitando l'alternanza (tendenza che alcune piante hanno per aumentare la probabilità di riprodursi)
- allungare lo stadio produttivo delle piante
- favorire uno sviluppo più uniforme e razionale
- garantire una produzione più costante e qualitativamente migliore
- permettere una più economica e razionale esecuzione delle lavorazioni
Senza l'intervento dell'uomo la pianta si poterebbe da sola. Ad esempio la formazione dei succhioni o polloni dorsali non è altro che il tentativo di mettere in ombra le parti inferiori della pianta a vantaggio di quelle superiori. La sequenza dei lavori è di:
- analizzare le condizioni della pianta
- rimettere a posto
- la struttura (nel caso ci fosse disordine)
- le cime di ogni branca
- le branche
- sfoltire (soprattutto nel caso di forma non libera)
Analisi macroscopica della pianta:
Riguardo all'analisi delle condizioni della pianta vanno considerato:
- tipologia di pianta (sempre verde, innestata, apparato radicale, portamento)
- tipologia di suolo
- latitudine
- clima
- esposizione alla luce
- esposizione al vento
- stato di salute della pianta
- fruttificazione
- accrescimenti dei rami esterni (idealmente circa 40 cm)
- non i succhioni
- non i dorsali
- non le punte
- la vigoria di una pianta si valuta dalla lunghezza e della sezione dei rami vecchi di un anno
- Equilibrio della pianta
- storia pregressa della pianta
- tipo di impianto
Assecondare il naturale ed equilibrato sviluppo della pianta
Il migliore suggerimento sulla forma da dare alla pianta lo da la pianta stessa con la sua storia e la sua reazione alle precedenti potature. Bisogna comunque tenere presenti i seguenti fattori:
- ricercare l'equilibrio fin dalla nascita tra:
- gemme a fiore e gemme a legno
- troppi frutti diminuiscono la differenziazione delle gemme a fiore dell'anno successivo perchè i semi producono un ormone che favorisce l'alternanza nelle specie suscettibili
- nell'olivo, pesco, susino e ciliegio andrebbero tagliate molte gemme a fiore
- nel melo e pero vanno lasciate una uguale proporzione di gemme a fiore e a legno
- in alcuni casi si può ricercare l'alternanza potando energicamente un anno solo metà frutteto e l'anno successivo l'altra metà
- necessità di vegetazione e riproduzione poichè poca o troppo chioma producono frutti piccoli e di bassa qualità
- troppi frutti diminuiscono la differenziazione delle gemme a fiore dell'anno successivo perchè i semi producono un ormone che favorisce l'alternanza nelle specie suscettibili
- apparato radicale e chioma
- gemme a fiore e gemme a legno
- eguale dimensione dei frutti
- il sottomisura sfrutta la pianta
- diradare altrimenti il picciolo corto provoca la caduta anticipata del frutto
- la ricerca della luce da parte dei rami perchè i rametti senza luce si defogliano, non si differenziano le gemme, non fanno fiori oppure i fiori non allegano
- non alterare troppo lo scheletro della pianta con potature troppo energiche
- prevenire l'invecchiamento con potutature mirate e leggere
Potatura di allevamento e produzione
La potatura di allevamente si pratica nei primi anni di vita e serve per conferire alla pianta la forma strutturale di produzione successiva. Tra le varie forme di produzione (vaso, palmetta, libera) la forma di allevamento a vaso policonico per le coltivazioni familiari permette di raccogliere i frutti da terra senza uso di scale. Tale forma è anche adatte per piante basitone (che tende a partire coi nuovi rami dal basso) come l'ulivo. Per creare l'impalcatura a vaso policonico bisogna scegliere non più di 3-4 branche nei primi 3 anni che possono essere piegate a 45 gradi per favorire una più equilibrata illuminazione. A causa del comportamente di cespuglioso dell'olivo ciò stimolerà la produzione di polloni centrali. La forma dovrà essere mantenuta con potature invernali ed estive stando attenti a non potare drasticamente, al limite ogni tanto un taglio di ritorno. Maggiore è la vigoria di una pianta e meno bisogna potare altrimenti l'anno successivo si genera molta più vegetazione rispetto ai frutti. Ad ogni azione c'è una reazione, ad ogni taglio si ottiene una generazione di gemme. Si devono lasciare più centri produttivi nelle piante vigorose e meno centri produttivi nelle piante meno vigorose. I tagli di ritorno vanno fatti sulle branche acrotone (cioè verticali) in corrispondenza di qualche brindillo debole e possibilmente orizzontale in modo che non cresca più verso l'alto.
In generale più una pianta ha dimostrato di emettere polloni e meno si dovrebbe intervenire. Specie quando si interviene su una pianta non conosciuta (allevata da altri) o non potata da qualche anno l'intervento deve mai essere molto limitato e graduale negli anni per dare il tempo alla pianta di adattarsi al nuovo allevamento. Se ad esempio si interviene drasticamente sui polloni dorsali di una pianta inizialmente allevata e poi lasciata abbandonata per qualche anno si rischia di generare ulteriore ricaccio di polloni. L'esperienza e la conoscenza della vitalità della pianta suggeriranno il miglior compromesso tra stress e produzione. Ogni taglio genera uno stress alla pianta e lo stress rende la pianta più vulnerabile all'attacco di patogeni che riescono a decondificare il messaggio ormonale che viene emanato da una pianta troppo stressata. Ogni pianta riesce a gestire un certo tipo di stress, solo la conoscenza diretta della pianta e l'esperienza decennale possono aiutare a capire quale sia l'intervento migliore da fare. Meglio un taglio in meno che uno in più.
Per correggere o mantenere la struttura a vaso policonico della pianta bisogna valutare la grandezza delle branche (per massimizzare la capacità di crescita) e la loro disposizione spaziale (per massimizzare l'esposizione alla luce). Una volta che le 3-4 branche principali sono state individuate e sia stato assecondato il naturale sviluppo della pianta con la giusta capacità di essere illuminata uniformemente da tutti i lati si può procedere con la fase successiva, la cima delle branche principali.
Nel considerare la profondità di intervento su ogni branca bisogna valutare anche e soprattutto non tanto quello che si deve tagliare ma quello che è stato già tagliato ed è caduto a terra perchè il potato da la sensazione di quando farmarsi coi tagli per non impoverire troppo la pianta che deve comunque produrre e non solo legno. Osservare quello che c'è per terra aiuta a capire se si sta esagerando.
Tipi di potatura
- di allevamento o formazione, adegua la forma fino alla fruttificazione
- di produzione, regola la produzione
- ringiovanimento, rallenta l'invecchiamento eliminando le parti malate e secche
- riforma, cambia la forma di allevamento (molto delicata)
- trapianto, asporta le radici malate nel trapianto
- risanamento, limitare la secchezza della pianta
- secca o invernale, tra febbraio e marzo
- verde o estiva, a fine primavera inizio estate (pesco e vite)
Potatura secca
Nella potatura, che andrà eseguita durante il riposo vegetativo (potatura secca) fino all'inizio del germoglio, i rami dovranno essere sempre spuntati tenendo conto che nelle ultime gemme a legno sorgeranno nuovi rami.
- asportazione dei rami secchi, in ombra o sottili già abbandonati dalla pianta
- attenzione a non asportare le punte dei coni
- diradare pochissimo in alto, di più in basso
- accorciare con tagli di ritorno
- diradare i rami a frutto in modo da garantire che ogni ramo possa nutrire e sorreggere i frutti
- non potare durante le gelate
Potatura verde
Durante il periodo estivo si può eseguire la potatura verde (generalmente luglio) al fine di aumentare l'arieggiamento della chioma e favorire la penetrazione della luce. La potatura estiva serve anche per limitare lo spreco di risorse su rami infruttiferi prima della raccolta autunnale ed evitare di tagliare poi i succhioni in inverno che produrrebbero in quel periodo molti ricacci laterali.
- spollonatura
- scacchiatura
- cimatura
- inclinazione con distanziali
- piegatura
- curvatura
- incisioni
- diradamento frutti
Ricordarsi di effettuare la potatura verde dei succhioni formatesi intorno ai tagli di ritorno per raccorciare o rinnovare le vecchie branche altrimenti l'inverno successivo bisognerà faticare di più per eliminare i succhioni lignificati.
Piegature
Ove la consistenza della branca lo consenta bisogna piegare i rami con tendenza verso l'alto (acrotoni). Ciò diminuisce la tendenza a fare foglie e legno e aumenta la capacità di fruttificare. Se un succhione è molto vigoroso e verticale potrebbe risultare difficile piegarlo allora si possono praticare una serie di incisioni interne alla curva distanziate di un centimetro e mezzo circa fino a metà diamentro. Tali tagli indeboliranno la branca, consentiranno di piegarla e le ferite combaceranno venendo a contatto perfetto a causa della curvatura di piega e ciò consentirà la loro cicatrizzazione.
Il taglio
Il taglio si dice lungo se è più vicino all'apice del ramo, corto se è più vicino alla base del ramo. Bisogna tagliare con la base della lama e non con la punta della lama. Il taglio deve essere netto altrimenti va rifilato. Il taglio va effettuato a 45 gradi, 6-7 mm sopra la gemma con l'inclinazione in modo tale che l'acqua defluisca da parte opposta al lato gemmato.
Per agevolare il taglio e far si che non vi siano slabbrature si può leggermente piegare il ramo dalla lama, verso la controlama oppure se il ramo è molto grosso, per evitare scosicature, va sbrancato in mezzo e poi si pratica il taglio sempre rispettando il collare come mostrato in figura.
Quando l’operazione ha per scopo di provocare un nuovo sviluppo bisogna tagliare sopra una gemma orientata nella direzione che si vuol far prendere al nuovo ramo. Ramoscelli e rami superflui devono essere tagliati alla base, cioè al loro punto di attacco ad altri rami o al fusto. Il taglio stimola le gemme dormienti vicine al taglio. Non bisogna mai lasciare monconi altrimenti la pianta non cicatrizza bene ed è più facile il formarsi di malattie.
Influenza della luna
Esperimenti hanno dimostrato che le superstizioni dei contadini riguardo all'influenza della luna sulla efficacia della potatura avevano un fondamento di verità. Il proverbio dice: luna calante gobba a levante, luna crescente gobba a ponente. Bisogna operare sempre nella fase di luna calante (con gobba a levante) per avere migliori risultati sulla fruttificazione. Posizione odierna della luna.
Riconoscimento formazioni fruttifere
Ogni specie ha i suoi particolari tipi di gemme. Va conosciuta la pianta e come e su quali gemme e rametti fruttifica o fruttificherà nei prossimi anni per non rischiare di tagliare ciò che fruttificherebbe successivamente.
- pollone, ricaccio generato da una radice o dal colletto del basale del fusto senza apparente utilità, da potare in estate
- succhione, ricaccio vigoroso, liscio e ascendente generato sul fusto o su una branca che non produce frutti ma indebolisce la pianta. Va potato in estate, altrimenti se si tagliasse in inverno ricaccerebbe alla base e poi in estate bisognerebbe agire sui succhioni emessi lateralmente. In inverno si può speronare, curvare o incidere per favorire una più rapida messa in produzione del ramo
- brindillo, rametto sottile di circa un anno di età presente sia nelle pomacee che nelle drupacee lungo fino a 30 cm massimo coronato da sull'apice una gemma che si può differenziare a frutto. Le gemme laterali in genere sono a legno nelle pomacee, nel susino anche a fiore
- dardo, rametto corto (2-3 cm) che si può trasformare in lamburda, presente sia nelle pomacee che nelle drupacee in forma spinosa, fiorifera e vegetativa
- zampa di gallina, formazione di borsa, dardi e brindilli originati dalla borsa stessa tipica delle pomacee, vanno sempre eliminate perchè sono già sfruttate
- ramo misto, ramo più lungo del brindillo (50-60cm) che porta entrambe le gemme (a legno e a fiore) raggruppate a 3, 2 o singole (in questo caso quasi sempre a legno) e brindilli e lamburde
- lamburda, piccolo ramo in genere a frutto la cui lunghezza è di pochi centimetri [0,1 ... 8,0 cm]. Somiglia al dardo da cui di solito è originata. La lamburda fiorifera si presenta con un'unica gemma terminale mista circondata da foglie. Si trasforma in borsa dopo aver fruttificato. Nei rari casi in cui è più sfinata o non ha gemme laterali gonfie allora è a legno.
- borsa, ramo misto di 2-3 cm di tre anni d'età che è il risultato dell'ingrossamento nelle pomacee della base dell'asse dell'infiorescenza per l'accumulo di sostanze nutritive e la formazione del tessuto di sostegno del frutto, la borsa continua a trasformarsi per l'emissione di nuovi dardi e brindilli e acquista la carettistica forma a zampa di gallina
- mazzetti di maggio, sono dei ramettini molto corti sui rami di due anni almeno, mai su rami di un anno, che portano 6-7 gemme a fiore, di cui una al centro a legno che permette la formazione di un nuovo mazzetto di maggio per il prossimo maggio, in grado quindi di perpetuarsi anche per molti anni. Più il legno è vecchio e più i mazzetti di maggio sono lunghi poiche si autorinnovano ogni anno
- ramo anticipato, sono dei rametti ad esempio delle drupacee cresciuti in cima al ramo misto che sono sintomo di vigoria
differenti formazioni gemmarie: 1. brindillo, 2. dardo, 3. borsa, 4. lamburde, 5. succhioni
In genere da un dardo (2) l'anno successivo si può formare una lamburda (4) da cui poi gemmerà un frutto e quindi una borsa (3) dalla quale rigemmerà una zampa di gallina
Potature di produzione pianta per pianta
L'olivo
il ciclo vegetativo dell'olivo prevede nell'arco di 3-4 anni la generazione in sequenza di succhioni del secondo ordine chiamati rami maschili che poi si rivestono di rametti anticipati e successivamente femminelle dalle quali poi fiorirà. I brindilli singoli maschili del primo anno si generano di schiena soprattutto sui rami recenti ben illuminati. Dove c'è ombreggiamento non si generano questi archi di rinnovo della produzione. A scopo di rinnovo il taglio va fatto sulla vegetazione secca, vecchia, sottostante e in ombra.
Potatura dell'olivo e dell'albero da frutta - teoria (4 lezioni) e pratica (2 lezioni) - YouTube
Riconoscere gli olivi, blog La cucina di Tonia
Potare gli olivi, pratica, blog La cucina di Tonia
Potare gli olivi II, dettagli
Potare gli olivi III, primi risultati, blog La cucina di Tonia
Prova pratica di potatura dell'olivo, Mario Stochino
Potatura a vaso policonico, Giulio Fittipaldi - agroecologo
Il fico
Il fico si presenta con rami spogli e con ramificazioni prettamente apicali per cui ha bisogno di una semplice regolazione che consiste nel diradare le branche che tendono ad andare o troppo verso l'alto o verso il basso con tagli di ritorno alla base del ramo da eliminare senza però mai cimare. Va comunque tolto come sempre il secco e qualsiasi incrocio senza lasciare monconi che poi seccherebbero.
Potatura del fico - regolazione - YouTube
L'uva
Si scelgno tipologie di potature di contenimento per quei vitigni con grappoli basali cioè i cui grappoli si formano entro le prime tre gemme dei tralci emessi dal sarmento, si scelgono tipologie che permettono una maggiore espansione per quei vitigni con grappoli distali cioè più distanti dalla base dei tralci (dopo la terza/quarta gemma)
La potatura a spalliera della vigna, blog folliper (uva da cordone speronato e cordone rinnovato o "Guyot")
Potatura a doppio archetto o doppio capovolto o a cappuccina, [vignafiorita.it]
Potatura a cordone speronato, [vignafiorita.it] adatta solo a varietà a fertilità basale
Potatura sylvoz, [vignafiorita.it] la più adatta per vitigni a grappoli distali
Il Kaki (Diospyros kaki)
Il kaki è una pianta a lento accrescimento specie nei primissimi anni con rami piuttosto fragili quindi soggetti a spezzarsi. Il kaki non è penalizzato dalle gelate tardive perchè emette i fiori non prima di maggio sulle ascelle delle foglie dei rami di un anno. I brindilli dell'anno precedente producono frutti migliori mentre quelli del secondo anno (che hanno già fruttificato) producono frutti di minor qualità, per questo motivo si eliminano i brindilli vecchi di due anni. Le branche porta frutto non dovrebbero essere lasciate troppo lunghe perchè se molto cariche tendono a spezzarsi. Le cime delle branche principali non vanno mai potate, al massimo si fanno tagli di ritorno. Quanto ai succhioni c'è chi li elimina del tutto e chi li raccorcia d'estate a gruppi di tre (non tutti insieme per evitare che la pianta ricacci altri succhioni) a distanza di 3 settimane tra un gruppo di succhioni e l'altro di modo che in 9 settimane tutti i succhioni risultino raccorciati e dalle cui basi ci si aspetta che le gemme si differenzino per nuovi rametti a frutto per l'anno successivo (potatura del kaki secondo Emilio Mataix-Gato e Vito Vitelli). Il frutto del cachi si deve staccare quando invaia (cioè quando inizia a diventare arancione) e per staccarlo bisogna utilizzare, come per il cotogno, la forbice altrimenti si rischia di danneggiare il ramo. Non si può consumare fresco a causa dell'elevato contenuto di tannino perciò ha bisogno di periodo di ammezzimento (ad esempio con le mele) che ne riduce lo spessore della buccia e rende la polpa gelatinosa e dolcissima.
Potatura del kaki - YouTube
Il Cotogno
Non è nè una mela, nè una pera ma una cidonia il cui frutto contiene tanta pectina, sostanza usata per addensare le marmellate. Come il kaki si raccoglie tagliando il picciolo con le forbici. Vanno eliminati tutti i rami che hanno già prodotto nell'anno precedente mentre vanno preservati i rami dell'anno su cui fiorirà il cotogno.
Potatura del cotogno - YouTube
Drupacee
Ne fanno parte il pesco, il susino, l'albicocco, il mandorlo e il ciliegio. Pur con differenze di specie in specie, le drupacee hanno gemme specializzate, non hanno gemme miste e producono sostanzialmente tre tipi di rami fruttiferi:
- i brindilli dell'anno precedente, le cui gemme apicali si differenziano a fiore (pesco, susino)
- i rami misti (pesco, ciliegio, susino)
- i mazzetti di maggio (albicocco, ciliegio, susino)
In generale le drupacee fruttificano sui brindilli e rami misti dell'anno precedente oppure sui mazzetti di maggio, con differenze, secondo la specie o la cultivar. La fioritura avviene prima della fogliazione.
Il pesco produce quasi esclusivamente sui rami misti di un anno di media vigoria (soprattutto le pesche tomentose a pasta gialla). Richiede potature drastiche del 70% dei rami misti o troppo deboli o troppo vigorosi. Bisogna diradare alcuni brindilli e rami misti nuovi che nell'anno successivo potrebbero poi risultare troppi. Possono essere necessari accorciamenti con tagli di ritorno, in funzione della vigoria dei rami. Siccome il pesco fruttifica sui rami misti del secondo anno bisogna lasciare due o tre rami misti per branchetta, eliminando anche i rami deboli e quelli troppo vigorosi pieni di rametti anticipati speronando quasi alla base per lasciare un paio di gemme in basso da cui emeterrà il prossimo anno alcuni nuovi rami misti per i prossimi anni. Spesso le gemme non si schiudono e degenerano per cui se non lasciassimo uno sperone ogni tanto rischieremmo che non ci sia la possibilità di fare tagli di ritorno in futuro o generare altri rami misti.
L'albicocco, il susino e il ciliegio vanno potati in modo più leggero rispetto al pesco. Essi producono:
- sui rami misti (mandorlo, ciliegio, albicocco)
- sui brindilli che hanno gemme a fiore anche lateralmente e sulla corona
- sui mazzetti di maggio (ciliegio, albicocco e alcune susine cino-giapponesi)
vanno rinnovate le branche che tendono a esaurirsi e abbassate quelle che tendono ad andare verso l'alto o a prendere il sopravvento e quelle intricate (soprattutto per l'albicocco che cresce molto disordinatamente).
Il susino e l'albicocco fruttificano sui mazzetti di maggio, sui brindilli e sui rami misti (che sono più lunghi dei brindilli). I mazzetti di maggio non si trovano sui rami di un anno ma solo sui rami di due anno e si autorinnovano per la presenza di una gemma a legno in punta. Tagliare un ramo di un anno comporta una perdita di produzione per l'anno successivo. I brindilli del susino hanno in punta una gemma che può essere a legno o a fiore. L'albicocco è molto disordinato.
Il mandorlo ha tendenza assurgente quindi fare attenzione a non cercare di limitare troppo in basso il suo portamento. Produce specialmente sui dardi per cui bisogna saper aspettare che si formino e soprattutto bisogna tagliare poco altrimenti si genera, come in tutte le drupacee, tanta vegetazione che si ripercuoterebbe sulla fioritura e fruttificazione. All'esterno e sulla cima si può tagliare per contenere anche un pò in modo grossolano tipo siepe a patto che ogni 3-4 anni si poti all'interno in modo mirato per riequilibrarla. Se si secglie la forma di allevamento a vaso è meglio procedere poco per volta sulla forma senza curarsi del resto, lasciando vegetare liberamente anche se si affastella un pò. Fare tagli drastici si può a patto di non squilibrarla troppo e causare una vigoria vegetativa.
Il ciliegio in particolare fruttifica sui mazzetti di maggio e va potato dopo la raccolta perchè sui tagli si possono sviluppare delle gommosi che attraggono funghi.
Potatura del pesco - YouTube
Potatura delle drupacee - YouTube
Potatura del Mandorlo - You Tube (Prof. Sottile)
Pomacee
Appartengono alle Pomacee le seguenti specie: melo, pero, cotogno, nespolo comune. Le gemme delle pomacee possono essere miste o a legno. Le gemme miste, più grosse, fruttificano e generano foglie, quelle a legno, più appuntite e piccole, non portano frutto. Le formazioni fruttifere riconducibili alle pomacee sono polloni, succhioni, brindilli, dardi, zampe di pollo, rami misti, lamburde e borse.
Nel caso del melo un brindillo lungo 20 cm con gemme laterali a legno che termina con una gemma mista produrrà in cima una o due mele che saranno nutrite dalle foglie laterali quindi nelle pomacee i brindilli nuovi non vanno mai cimati e nemmeno speronati. Ogni volta che un brindillo fruttifica trasforma la base in borsa. I rami già sfruttati si notano infatti dalla borsa alla base. In genere i brindilli vecchi di un anno che hanno già fruttificato si tagliano alla base specie se alla base hanno un brindillo nuovo. Le gemme laterali dei brindilli del melo sono quasi tutte a legno. Rami troppo pieni di lamburde o troppo acrotoni vanno raccorciati in corrispondenza di una lamburda debole. I diradamenti vanno fatti sui dorsali, sugli incroci e sugli ombreggiati. Si ricordi che a ogni ramo sia lasciato il giusto spazio di vegetazione.
Il pero, come il melo, fruttifica su lamburde e brindilli ma anche sui rami misti e va gestito allo stesso modo del melo, in genere il rametto o si taglia tutto o niente, cioè si taglia alla base o si lascia tutto intero.
Potatura melo - pratica - YouTube
Potatura melo 2a parte - pratica - YouTube
Potaura del pero, pratica - YouTube
Riassunto
Drupacee
- hanno solo gemme specializzate
- producono sui mazzetti di maggio, brindilli e rami misti di due anni, i rami dell'anno non portano frutti ma produrrano l'anno successivo
- i brindilli hanno gemme laterali a fiore
- il pesco va potato a fondo eliminando il 50-70% dei rami misti troppo deboli e troppo vigorosi, speronando alla 2a gemma
- non cimare mai i rami misti del pesco
- eliminare i rametti anticipati nel pesco
- susino, albicocco e ciliegio vanno potati leggermente accorciando le altezze con tagli di ritorno, districando e rinnovando
Pomacee
- hanno gemme miste
- producono su brindilli, lamburde, borse e zampe di gallo
- i brindilli non vanno mai speronati perchè hanno gemme laterali che si differenzieranno a legno, nel caso tagliarli alla base
- eliminare le zampe di gallo e i brindilli vecchi di un anno (quelli che hanno le borse basali) all'altezza di un rametto laterale lasciato integro
- i brindilli nuovi fruttificheranno in modo corretto
- raccorciare i rami troppo pieni di lamburde in corrispondenza di una lamburda debole
Potatura degli arbusti
La potatura degli arbusti è effettuata in genere per scopi di contenimento.
- Fotinia, Photinia: non soffre i tagli, le foglie più giovani sono quelle rosse, fiorisce a primavera e in autunno i fiori si trasformano in piccole bacche. Il periodo migliore per potarla è quindi dalla fine della primavera all'inizio dell'estate in modo che sia chiaro quanto e dove abbia fiorito e si possa dar tempo di emettere nuove gemme per il prossimo anno che potrebbero essere eliminate con potature tardivo-autunnali
- Lillà: potare dopo la fioritura, la montata a seme inibisce la fioritura dell'anno successivo
- Ortensia: non potare mai i rami giovani con le gemme apicali perchè sono quelli che daranno la prima fioritura. Potare alla prima coppia di gemme a partire dal ceppo i rami vecchi di due anni già fioriti. Potare alla base o con tagli di ritorno i rami vecchi di tre anni
- Forsizia: fiorisce ad inizio primavera (di cui è una pianta segnalatrice) sui rami dell'anno precedente e quindi va raccorciata subito dopo la fine della fioritura per stimolare la produzione di nuovi rami che l'anno prossimo fioriranno
- Oleandro: è una pianta sempre verde velenosa in tutte le sue parti perciò la potatura va rigorosamente eseguita con i guanti (meglio se usa e getta), le sterpaglie ottenute vanno rimosse e non bruciate perchè i suoi fumi sono pure velenosi se inalati e gli attrezzi disinfettati alla fine dell'operazione di potatura. Si pota dopo la fioritura che avviene sui rami dell'anno e quindi solo da fine estate in poi ma non oltre l'autunno perchè oltre a eliminare i rami deboli è raccomandabile, per una successiva buona fioritura, raccorciare di un terzo (1/3) quelli sfioriti e se si potasse in primavera sarebbe più difficile distinguere i rami sterili da quelli produttivi
Documentazione
La potatura degli alberi da frutto e la difesa dalla principali avversità, corso di frutticoltura (Dario Re)
Servizi di potatura per soci
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Il costo della potatura di alberi da frutta secondo i nostri criteri di rispetto ed equilibrio con la natura per gli associati è del solo rimborso spese (10E/h, il costo di associazione ti verrà scalato dall'importo finale se supererà le 8 ore di lavoro)
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