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    Educazione parentale

    L'avventura dell'educazione parentale (o homeschooling, come la chiamano gli anglofoni) è una scelta impegnativa che coinvolge tutta la famiglia in un groviglio inestricabile di esperienze ed emozioni e offre l'opportunità di approfondire la relazione tra genitori e figli in un contesto soggettivo, identitario e di appartenza già consolidato

    In genere, specie in contesti di famiglie senza molti figli è saggio affiancare alle attività di istruzione parentale anche ulteriori proposte volte alla socializzazione al di fuori del contesto familiare (sport di squadra, giochi magari all'aperto con altri amici). I primi responsabili dell'istruzione e della cultura del proprio figlio sono i genitori che però non possono e non devono rimanere isolati o gli unici riferimenti di pari passo con l'età del figlio. Lo Stato, ove esista e sia presente potrebbe esercitare un monitoraggio passivo, non invasivo in uno spirito di collaborazione costruttiva con la famiglia rispettoso delle prerogative familiari ove queste dimostrino la loro buona fede, l'impegno e frutti.

    La Costituzione della Repubblica italiana all'Art. 33 recita che "L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. [...]" e all'Art. 34 che "[...] L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria [...]" e fa intendere che è l'istruzione (più che la scuola) il diritto/dovere fondamentale. La scelta di non delegare lo Stato ad istruire i propri figli non può prescindere dall'avere energie e volontà per questo percorso in cui sarà difficile trovare alleati e aiuti dal'lesterno. Per l'aspetto legale e gli adempimenti burocratici si rimanda all'articolo sulla normativa per la scuola parentale.

    Riguardo al percorso didattico si può ormai facilmente consultare una basilare letturatura che può aiutare nella fase iniziale che è sicuramente la più impegnativa e ricca di dubbi e ostacoli. Col tempo si farà meno fatica a capire quando non si sta facendo un buon lavoro o cosa si deve migliorare soprattutto se i genitori si interrogano e vivono l'esperienza in modo coinvolgente. A tale scopo è buona norma essere presenti senza sovraesporsi lasciando al figlio gli spazi e i tempi per affrontare esperienze adatte alla sua crescita e stando sempre attenti alle motivazioni, alla serenità dell'ambiente e alla reciproca soddisfazione. Tale fatica sarà ripagata dal piacere che figlio e genitore provano nel crescere insieme culturalmente.

    La scelta delle metodiche e delle materie di insegnamento non può essere lasciata al caso ma dovrebbe tenere conto delle aspettative della società, delle attitudini e delle reazioni del figlio, cosa questa più difficile da capire all'inizio ma che può delinearsi col tempo. Bisogna valutare con attenzione se e quando adottare un percorso di studio che non includa i programmi di base ministeriali in quanto la mancanza di trattazione di certi argomenti potrebbe rappresentare un problema per superare l'esame di idoneità di fine anno o di reinserimento nel percorso scolastico ufficiale.

    All'inizio può risultare difficile decidere contenuti, tempi e metodi soprattutto se si decide di affidarsi all'educazione parentale dopo che il figlio ha già iniziato un percorso scolastico tradizionale e il genitore non ha esperienza o attitudine all'insegnamento. Per questo motivo si consiglia di partire con l'educazione parentale fin da subito e poi, nel caso, far inserire il figlio nel percorso scolastico formale. Il contrario è ovviamente più irto di ostacoli. L'ambiente casalingo è per sua natura accogliente e rassicurante ma anche complesso e caotico per la presenza di ospiti o fratelli che possono rappresentare motivo di disturbo ma anche un'opportunità di vivere un contesto reale e non in una bolla di cristallo.

     

    Risorse sulla didattica e le principali materie di studio nell'età infantile

    Il manifesto degli insegnanti, (alcuni motivi per non mandare i propri figli a scuola)